Luca Benicchi
18 Ottobre 2023

IA: creatività intelligente o stupidità programmata? 

L'Intelligenza Artificiale è diventata centrale per la nostra società, influenzando numerosi aspetti delle nostre vite, dai settori industriali alla medicina, dalla finanza all’arte. Si sta scrivendo moltissimo sull’argomento e uno dei dibattiti più accesi riguarda proprio l’impatto che avrà (per la verità sta già avendo) su quelli che vengono definiti "lavori creativi". E dato che la questione ci riguarda, abbiamo pensato di scrivere anche noi qualcosa.

Perché se da un lato molti cominciano a intravedere la possibilità che l'IA possa sostituire gli esseri umani nella generazione di contenuti standard, dall'altro c'è una crescente consapevolezza del fatto che l'IA potrebbe essere un prezioso assistente nella stimolazione e nell'amplificazione di quella pulsione soltanto umana che permette di trasformare faccende apparentemente normali in qualcosa di emozionante: la creatività.

In questo articolo, cerchiamo di descrivere perché l'IA può aiutare la creatività ma, secondo noi, per ora non può sostituirla. Intendendo per creatività, quell’impulso motivante che spinge le persone a creare, esplorare e sperimentare progetti che contribuiscono alla diversità del mondo.

Creatività umana e accelerazione algoritmica

Abbiamo detto che l'Intelligenza Artificiale (IA) si propone come un prezioso alleato nel contesto della stimolazione della creatività e nello sviluppo dei progetti. Tuttavia, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, l'IA non rappresenta una sostituzione dell'ingegno dell’uomo. Noi consideriamo l’IA un collaboratore molto reattivo in grado di accelerare l’operatività. Un assistente che velocizza il lavoro agevolando il collegamento tra concetti e la formazione di connessioni. Tuttavia, le idee iniziali, la visione, il gusto e il discernimento riguardo all'output creativo finale rimangono prerogative umane imprescindibili. Gli esseri umani, infatti, inseriscono dati e informazioni nelle piattaforme IA, che a loro volta elaborano questi parametri per generare risultati aderenti ai criteri stabiliti. Alla fine, sarà però sempre il creativo a intervenire, modificare, sviluppare nuove connessioni e determinare l’esito finale del progetto. E rispetto alla velocizzazione progettuale, dobbiamo considerare che ha già superato ampiamente la temporalità psichica di ciascuno di noi. Ridurre il tempo di un pensiero, compiuto, profondo, necessario, non è certamente utile alla qualità del progetto.

Empatia e limiti artificiali

Nonostante viviamo in un'era dominata dalla razionalità, dal calcolo e dalla tecnologia, esiste una dimensione irrazionale che ci definisce, ci distingue e ci influenza. Questa caratteristica imprevedibile, considerata un'anomalia per il mondo tecnologico, spostata sulla creatività, è di fondamentale importanza. Stiamo parlando della dimensione dei sentimenti, dell'amore, dell'ideazione, della fantasia, dei sogni, ecc…dove tutto ruota intorno all’irrazionale tollerando e valorizzando anche l’imperfezione. Potremo azzardare che creatività e imperfezione sono strettamente connesse. Un’insieme che ci rende unici, autentici, toccanti, collegati all’esperienza umana che è parte essenziale della vita. Tutto questo non esiste nell'Intelligenza Artificiale (IA). L'IA restituisce soluzioni basandosi sulle informazioni con cui è stata addestrata e anche se può essere utilizzata per generare contenuti creativi, è manchevole di una serie di fattori emotivi fondamentali per risuonare con le persone in modo più significativo.

Originalità e profondità emotiva 

Sappiamo che 'IA può essere programmata per analizzare e replicare schemi esistenti, ma la sua capacità di generare idee originali è limitata. La creatività umana, d'altro canto, si basa proprio sul principio opposto; pensare fuori dagli schemi, sperimentando e creando connessioni inaspettate. Le opere e i progetti più rivoluzionari spesso derivano da idee che sfidano completamente le convenzioni e, soprattutto, si portano dentro significati per esprimere sentimenti e prospettive personali.  Ecco altri due aspetti che mancano all’IA: l'intenzionalità e la profondità emotiva. Naturalmente ci stiamo riferendo a progetti di un buon spessore qualitativo, dove la “creatività” può essere davvero considerata tale. Una creatività, magari, accompagnata anche da una responsabilità etica, in grado di dare vita a qualcosa che contribuisca positivamente alla crescita comune.

In conclusione

L'intelligenza artificiale rappresenta indubbiamente uno strumento importante e il suo impatto è destinato a crescere in molteplici settori, contribuendo allo sviluppo dell'industria. Tuttavia, per quanto riguarda i lavori creativi di qualità, noi crediamo che l'IA non abbia vita facile nel sostituire completamente l'ingegno umano. 

Anche se l’uomo, per non essere spiantato, si dovrà impegnare moltissimo e fare la sua parte. Proprio perché vive un momento di grande confusione interiore, non dovrà cedere alla tentazione di rinunciare al tempo del pensiero, della critica, dell’immaginazione, del sogno, recuperando la propria esclusiva dimensione. 

Noi quindi speriamo in un mondo diverso in cui, ci auguriamo, si possa trovare un equilibrio tra tecnologia e creatività, calcolo e imperfezione, tecnica e sentimenti, macchine e natura.

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